Un piano di esercizi personalizzati per l’algodistrofia è fondamentale per il recupero. Deve essere flessibile, graduale e centrato sul paziente, sempre supportato da una rete multidisciplinare. L’obiettivo non è solo la riduzione del dolore, ma il ritorno alla vita attiva e autonoma. L’esercizio terapeutico individualizzato è oggi uno degli strumenti più efficaci e raccomandati. Studi recenti sottolineano che un piano di esercizi ben strutturato può ridurre il dolore, migliorare la funzionalità e prevenire la disabilità a lungo termine.

Un piano di esercizio per algodistrofia deve essere graduale, adattato alla fase clinica (acuta, subacuta o cronica) con un attento monitoraggio settimanale, costruito in collaborazione tra fisioterapista, medico riabilitatore e paziente, e finalizzato alla riduzione del dolore e dell’ipersensibilità, al recupero della mobilità articolare, al ripristino della forza e della coordinazione e al miglioramento dell’autoefficacia e della qualità della vita.

1. Educazione al dolore

Prima di iniziare qualunque esercizio, è essenziale che il paziente comprenda i meccanismi del dolore neuropatico e della sensibilizzazione centrale. L’educazione al dolore aiuta a ridurre la paura del movimento (kinesiofobia) e favorisce l’adesione al trattamento.

2. Esercizi di mobilizzazione attiva-assistita

Indicati soprattutto nelle fasi iniziali, prevedono movimenti lenti e controllati dell’arto colpito, spesso eseguiti con l’aiuto dell’altro arto o del terapista. L’obiettivo è prevenire rigidità e anchilosi.

3. Terapia con specchio

Tecnica semplice ma potente: il paziente osserva l’immagine riflessa dell’arto sano mentre lo muove. Questo “inganna” il cervello e può ridurre il dolore e migliorare il controllo motorio.

4. Immaginazione motoria graduata

Si tratta di un percorso in tre fasi:

  • Riconoscimento della laterizzazione (sinistra/destra)
  • Immaginazione di movimenti
  • Esercizi con specchio

È utile per riprogrammare le aree cerebrali coinvolte nella percezione del dolore e del movimento.

5. Esercizi di desensibilizzazione

Vengono utilizzati diversi stimoli tattili (cotone, seta, spugne) per abituare la pelle alla stimolazione, riducendo l’allodinia.

6. Rinforzo muscolare e coordinazione

Solo nelle fasi più avanzate, e sempre con progressione lenta, si possono introdurre esercizi contro resistenza (elastici, pesetti leggeri) per ripristinare forza e funzione.